Fraternità Francescana
Madre della Riconciliazione e della Pace
MEDJUGORJE, LA RICONCILIAZIONE E LA PACE
Riflessioni in margine alle dichiarazioni di Mons. Henryk Hoser e di Papa Francesco
Riscoprire la Parola di Dio, l’Eucaristia, la Confessione, il digiuno, la preghiera
Da 36 anni si parla di Medjugorje, un piccolo villaggio della Provincia di Mostar, nell’attuale Bosnia-Erzegovina.
Da 36 anni, 6 ragazzi, oramai diventati adulti, affermano di vedere e parlare con la Vergine, Madre di Dio, che si presenta con il titolo di Regina della Pace.
Da 36 anni, milioni di persone, da tutto il mondo, accorrono in questo luogo sostenendo di aver ricevuto grazie di conversione, guarigione e liberazione.
Da 36 anni si parla di segni e inviti della Vergine tesi a vivere la Fede, la Speranza e la Carità, riscoprendo l’importanza della Parola di Dio, accolta e vissuta secondo l’autentico Magistero della Chiesa, della Confessione, sacramento di Riconciliazione con Dio e con il prossimo, dell’Eucaristia, presenza viva e vera di nostro Signore Gesù Cristo e sacramento di comunione con Dio e i fratelli, attualizzazione del Sacrificio d’amore di Cristo, unico Salvatore e Redentore, della preghiera del cuore, con particolare accento al S. Rosario, preghiera semplice e cristologica tanto raccomandata dalla Vergine e dalla Chiesa negli ultimi 5 secoli, del digiuno, pratica pressoché dimenticata, che fa spazio alla preghiera e all’elemosina.
Da 36 anni fioriscono vocazioni religiose e sacerdotali che nonostante le difficoltà del cammino, e non potrebbe essere diversamente, perseverano e sono confermate dalla Chiesa con l’accoglienza dei voti, soprattutto perpetui, e dell’ordinazione presbiterale.
Mons. Henryk Hoser: Dite al mondo che questo è un luogo Cristocentrico, dove si ritrova la luce
Di recente, Papa Francesco ha inviato l'arcivescovo di Varsavia-Praga, Mons. Hoser, a Medjugorje per verificare la pastorale vigente ed eventualmente suggerire migliorie. Mons. Hoser, in qualità di Commissario pontificio, durante la S. Messa presieduta nella chiesa parrocchiale di Medjugorje il giorno 1° aprile 2017, si è espresso così:
«La venerazione della Madonna, così intensa qui, è talmente importante per il mondo intero, preghiamo per la pace perché le forze distruttive oggi sono immense, crescono continuamente scontri nelle famiglie, nelle società, nei paesi, abbiamo bisogno dell’intervento del Cielo e la presenza della Beata Vergine Maria è uno di questi interventi, è l’iniziativa di Dio. Perciò, voglio incoraggiarvi, esortarvi come inviato speciale del Santo Padre. Diffondete in tutto il mondo la pace tramite la conversione del cuore, il miracolo più grande di Medjugorje sono le Confessioni, il sacramento della Riconciliazione, del Perdono e della Misericordia, questo è il sacramento della Risurrezione… cerchiamo di essere apostoli della buona novella della conversione e della pace nel mondo… voi siete testimoni dell’amore di Cristo, dell’amore di Sua Madre e dell’amore della Chiesa».
Alcuni giorni più tardi, il 5 aprile, durante la conferenza stampa, ha
aggiunto:
«Coloro che vengono qui scoprono qualcosadi eccezzionale. La prima cosa è l'ambiente, l'atmosfera, che è di pace e pacificazione, come pure di pace interiore, di pacificazione del cuore. Essi scoprono pure un grande spazio di spiritualità profonda...
Comunemente si dice che Medjugorje è un luogo di culto mariano, ed è vero.
Ma, se andiamo in profondità, vediamo che a Medjugorje il culto è essenzialmente
Cristocentrico, perché ha al centro la celebrazione dell’Eucaristia, la
trasmissione della Parola di Dio e l’adorazione
del Santissimo Sacramento,
durante la quale si scopre che esso è la presenza reale di Gesù
Cristo, nella sua divinità ed umanità. Alcuni scoprono la recita
del Rosario, che in fondo è una preghiera di meditazione sui misteri
della nostra fede. Infine, facendo la Via Crucis, essi entrano nel
mistero pasquale, ossia nel mistero della passione, morte e
risurrezione di Cristo. Termino questo panorama con un accento più
marcato riguardo al Sacramento del Perdono, la Confessione personale
e personalizzata.
Dal punto di vista religioso, Medjugorje è un terreno molto fertile. In
questi anni sono state enumerate seicentodieci
vocazioni religiose e sacerdotali d’ispirazione medjugorjana: le più numerose sono in Italia, negli
Stati Uniti ed in Germania. Tenendo presente l’attuale crisi di vocazioni,
soprattutto in paesi di antica cristianità come l’Europa occidentale, questo
fatto ci pare qualcosa di nuovo e, a volte, sconvolgente…
A
Medjugorje si sono insediate delle comunità, delle associazioni,
delle opere sociali e caritative che vengono sommariamente stimate in
una trentina…
La
gente qui riceve ciò che non ha nel luogo in cui vive. In molti dei
nostri paesi di antica cristianità la Confessione individuale non
esiste più. In molti paesi non c’è l’Adorazione del Santissimo
Sacramento. In
molti paesi non si conosce più la Via Crucis ed il Rosario non viene
recitato…
Qui
la gente arriva alla sorgente, sazia la sua sete del sacro: la sua
sete di Dio, di preghiera, che viene riscoperta come contatto diretto
con Dio. Direi che la gente qui sente la presenza del divino anche
per mezzo della Santa Vergine Maria... Il ricorso a nostra Signora
della Pace è, a mio avviso, essenziale. Qui il ruolo specifico di
Medjugorje è estremamente importante.
Voi,
cari amici, dovreste essere i
portatori della Buona Novella:
dite al mondo che a Medjugorje si ritrova la luce. Perché abbiamo
bisogno di punti di forte luce, in un mondo che sta cadendo
nell’oscurità. Io vi suggerisco, inoltre, di iscrivervi ai
seminari che si svolgono qui, non so a quale, per scoprire quello che
ancora non conoscete».
Papa
Francesco: Qui c’è gente che si converte, che incontra Dio, che
cambia vita
Questo
il contesto recente nel quale Papa Francesco, di ritorno da Fatima,
dove ha partecipato ai festeggiamenti per il centenario delle
apparizioni (1917-2017), si è inserito rispondendo alle domande di
quanti sull’aereo lo intervistavano, in particolare su Medjugorje.
Questa
la sua risposta ai giornalisti:
«Tutte
le apparizioni o le presunte apparizioni appartengono alla sfera
privata, non sono parte del magistero pubblico ordinario. Per
Medjugorje Benedetto XVI ha istituito una commissione presieduta dal
cardinale Ruini. Io ho ricevuto il risultato, era composta di bravi
teologi, vescovi e cardinali. La relazione della commissione è
molto, molto buona…
La relazione Ruini afferma che si devono distinguere le prime apparizioni,
quando i veggenti erano ragazzi e dice che si deve continuare a investigare
quelle. Sulle presunte apparizioni attuali, la relazione presenta i suoi
dubbi.
Io personalmente sono più cattivo, preferisco la Madonna Madre che non
la Madonna capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio.
E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore: questo lo dico come
opinione personale. C’è chi pensa che la Madonna dica: venite, quel
tal giorno alla tal ora darò un messaggio a quel veggente.
Poi, terzo punto, c’è il fatto spirituale e pastorale, il nocciolo della relazione: gente che si converte, che incontra Dio, che cambia vita. E questo non grazie a una bacchetta magica. Questo fatto non si può negare.
Adesso per vedere questo, ho nominato un vescovo bravo [Mons. Hoser, ndr] che ha esperienza per occuparsi della parte pastorale. Alla fine si dirà
qualche parola».
Dalle parole di Papa Francesco, si evincono cinque punti significativi:
1) la Commissione, composta da bravi teologi, vescovi e cardinali, ha consegnato
una relazione molto, molto buona;
2) la Commissione invita a porre attenzione soprattutto sulle prime apparizioni, quando i veggenti erano ragazzi;
3) si riconoscono i frutti: gente che si converte, che incontra Dio, che
cambia vita, e questo non grazie a una bacchetta magica… Questo fatto non
si può negare;
4) Mons. Hoser è confermato da Papa Francesco e gode di una grande stima:
ho nominato un vescovo bravo che ha esperienza;
5) tutto ciò che Mons. Hoser ha detto su Medjugorje, in particolare durante
la S. Messa del 1° aprile e nella conferenza del 5 aprile di quest’anno,
non impedisce al Papa l’attestato di stima di cui sopra.
Collaboratori
della Madre del Signore e della Chiesa
Vorrei
concludere ripetendo quanto detto da Mons. Hoser:
«Il
ricorso a nostra Signora della Pace è essenziale. Qui il ruolo
specifico di Medjugorje è estremamente importante… dovreste
essere i
portatori della Buona Novella:
dite al mondo che a Medjugorje si ritrova la luce. Perché abbiamo
bisogno di punti di forte luce, in un mondo che sta cadendo
nell’oscurità».
Per
quanto posso, mi sto adoperando in questa direzione sin dalla mia
conversione, avvenuta a Medjugorje nel 1987. Come religioso e
sacerdote francescano ho favorito un percorso teso alla
collaborazione con la Regina della Pace nella piena convinzione che
questa è il dono messianico per eccellenza, dono di Colui che già
Isaia aveva definito “Principe della Pace”. Ho promosso, con
l’aiuto di Dio, un percorso di Riconciliazione con Dio,
innanzitutto, per poi giungere alla riconciliazione con se stessi e
con il prossimo, unica via per gustare la Pace di Cristo, senza la
quale l’uomo percorre vie rovinose alla continua ricerca di
unguenti, spesso dannosi per sé e per il prossimo.
Certamente
una goccia d’acqua, ma nella gioiosa consapevolezza di collaborare
con la Madre del Signore e della Chiesa, e attraverso di Lei, con il
Principe della Pace.
Fr. Cristoforo Amanzi ofm
Maggio 2017