Fraternità Francescana
Madre della Riconciliazione e della Pace
. La «Dichiarazione di Zara» (1991)
La Dichiarazione di Zara è stata redatta dalla Conferenza Episcopale Jugoslava
alla vigilia del decennale delle apparizioni. Non essendo stata seguita
da altri pronunciamenti ufficiali di vescovi della regione a cui appartiene
la diocesi di Mostar (prima jugoslavi, poi della Bosnia-Erzegovina), essa
costituisce tuttora il punto di riferimento imprescindibile per un corretto
discernimento dei fatti e per le conseguenti norme di comportamento dei
fedeli. Da allora si registrano solo commenti e precisazioni, anche da
parte vaticana (a seguito di gravi fraintendimenti in senso peggiorativo),
ma sempre in riferimento a quel pronunciamento autorevole. Dopo uno studio
durato tre anni, la Conferenza episcopale jugoslava dell'epoca, riunitasi
nella città dalmata di Zara, il 10 aprile 1991 rende nota una Dichiarazione
ufficiale. In sintesi, nel documento si afferma: «Sulla base delle ricerche
finora compiute non è possibile dichiarare che si tratti di apparizioni
e di fenomeni soprannaturali». Non si dice che non vi sono apparizioni,
ma solo che non sono ancora state confermate. Queste parole sono state
in realtà un compromesso tra la posizione contratria del vescovo Žanic
e i buoni frutti che le apparizioni di Medjugorje producono. Rendendosi
conto dell'imponenza degli eventi, i vescovi hanno deciso di dedicare attenzione
allo studio della Beata Vergine Maria nella parrocchia di Medjugorje e
si sono impegnati a fornire adeguate direttive liturgico-pastorali. La
posizione sull'assistenza spirituale da offrire ai pellegrini è un passaggio
molto importante del documento, che da vigore alla sacralità del luogo,
come meta di pellegrinaggio. Ecco il testo della Dichiarazione nella sua
integrità: «I vescovi fin dall'inizio seguono i fatti di Medjugorje tramite
il vescovo diocesano, la commissione diocesana e la commissione della Conferenza
episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base delle ricerche finora compiute,
non si può affermare che si tratti di apparizioni o di fenomeni soprannaturali.
Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje provenienti da
vari luoghi, spinti dalla fede o da altri motivi, richiedono l'attenzione
e la cura pastorale, innanzitutto del vescovo diocesano e, con lui, anche
degli altri vescovi, in modo che a Medjugorje e con Medjugorje si promuova
una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento
della Chiesa. A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive
liturgicopastorali. Nello stesso tempo, mediante le loro commissioni, continueranno
a seguire e a esaminare nel loro insieme tutti gli avvenimenti di Medjugorje».
Zara, 10 aprile 1991 I vescovi jugoslavi